di Lucio Iaccarino e Cinzia Massa
la Repubblica, 17 maggio 2007
la Repubblica, 17 maggio 2007

L’idea è che i processi d’apprendimento e di costruzione di senso, la qualità e la quantità dei sistemi di relazione, le reti di conoscenza, rappresentino i tre pilastri che ridanno valore alla condizione umana espressa in termini di cittadinanza. Ma è la dignità del lavoro ad essere affermata con vigore, sia come argine contro gli attacchi alla persona, sia come opportunità di ricercare la strada interpretativa migliore, nell’impegno costante di dare senso all’esistenza. In questo, l’autore svela il suo background di dirigente nazionale della CGIL, motivato ad attualizzare la questione del lavoro, non abbandonando mai l’esigenza di edificare cultura. La sua è una mediazione difficile, costantemente impegnata nella ricerca di un equilibrio teorico, salvando le buone tradizioni di epoca fordista, pur scommettendo sulla conquista di autonomia e responsabilità a cui il lavoratore è chiamato nell’età della lean production. Sono le stesse trasformazioni, intervenute nell’agire organizzativo, a mobilitare l’attenzione attorno ai quattro movimenti. Mentre, sembra quasi che ne sopraggiunga un quinto, capace di ricongiungere, in forma circolare, le derive più anarchiche del pensiero organizzativo alle tensioni assolutizzanti della razionalità weberiana e taylorista.
Il valore della conoscenza, i processi di sensemaking, i sistemi relazionali sono le chiavi prescelte dall’autore, per riconoscere le abilità, curando il sé e, nello stesso istante, conquistando il rispetto dell’altro. L’organizzazione, sotto il peso delle risorse più immateriali, rischia di sbriciolarsi o di rendersi invisibile agli occhi più conservatori, ma Moretti, pur in presenza di una complessità crescente, non rinuncia mai ad orientarsi, osteggiando, con i suoi numerosi spartiti, quanti si arrovellano dietro le resistenze culturali che l’organizzazione oppone al cambiamento. A dispetto della trasformazione, i processi di organizing, mantengono intatta la loro missione fondativa di una società, considerata nella sua interezza. Mentre, l’economia e la politica esprimono ancora organizzazioni capaci di contribuire a ridurre le diseguaglianze, favorendo la formazione e assecondando le attitudini dei singoli.
Moretti comincia un vero e proprio gioco paradigmatico, basato sulla possibilità di passare dalla centralità delle strutture a quella dei processi, dalle organizzazioni alle persone, dall’oggetto al soggetto, rendendo la sua opera un indispensabile kit di riferimento per cimentarsi nella comprensione dell’agire organizzativo. L’autore chiude il volume con un breve scritto che chiama “post-it” (anch’esso prodotto in omaggio alla nuova edizione), dedicato alle caratteristiche, alle funzioni e ai bisogni connettivi tipici della società digitale, per affermare che proprio le interdipendenze rappresentano il grimaldello per scrutare tra i segni del tempo, leggere tra i mille volti del cambiamento, costruendo spazi teorici condivisi, capaci di comunicare grazie ad un coro polifonico tutto da scoprire.
1 commento:
Molto interessante!
Marco M.
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