domenica 5 agosto 2007

Nuove forme di organizzazione

Avete mai pensato che per avere una risposta giusta è necessario che la domanda sia quella giusta?
L’esercizio di poter fare domande, infatti, implica il dovere della risposta e quindi la necessità di poter fare domande. Questo significa che nelle organizzazioni per attivare il cambiamento è necessario che gli individui collaborino ad individuare la domanda giusta, ovvero a fare meglio, non concentrandosi sul “chi fà” ma sul “cosa fà” , sugli obiettivi. Un’organizzazione è un insieme di persone che hanno capacità di interagire , di condividere valori e credenze e che devono acquisire il senso e il significato di una visione comune attraverso l’adozione di un linguaggio comune per poter agire con modalità riconosciute da tutti. Questo significa che informazioni, esperienze, valutazioni di ciascun individuo diventano patrimonio comune dell’intera organizzazione fissandole nella memoria dell’organizzazione, codificandole in norme, valori, metafore e mappe mentali in base alle quali ciascuno agisce.(cfr. La Learning organization: una proposta di socializzazione degli adulti?" , pag. 259, a cura del dr. Paolo Danza).Con questo assunto vorrei poter trasferire l’idea che oggi più che mai le organizzazioni di lavoro e non , devono essere strutturate come sistemi capaci di apprendere e quindi sottolineare l’importanza dell’apprendimento organizzativo come capacità di risposta alla complessità dei problemi dell’organizzazione stessa.
Il cambiamento in atto nel mondo del lavoro sta contribuendo ad attivare nuove strategie e nuove forme organizzative che mettono in discussione le tradizionali modalità di lavoro e con esse la stessa struttura verticale e funzionale dell’impresa. Nella gestione delle risorse è prevista più integrazione, più autonomia, ma anche più partecipazione al gioco di squadra; più innovazione e creatività, ma anche più rapidità, efficienza e finalizzazione agli obiettivi.
Non conta quindi chi comanda ma chi contribuisce a costruire idee e questo è possibile solo se l’organizzazione è in grado di dotarsi di un sistema di apprendimento collettivo che riflette sia il produrre azioni che consentono di svolgere le più svariate attività, sia l'immergersi nelle relazioni sociali. Le persone entrano a far parte di processi cognitivi che contribuiscono a ridefinire non solo il ruolo nell’organizzazione ma anche e soprattutto contribuiscono a rafforzare la propria identità.
Mi sembrano questi dei validi motivi per cominciare a cambiare e soprattutto per cominciare ad essere più collaborativi e meno competitivi

venerdì 18 maggio 2007

Pensiero Organizzativo

di Lucio Iaccarino e Cinzia Massa

la Repubblica, 17 maggio 2007


Ha ancora senso continuare a ragionare in termini organizzativi in un mondo nel quale si rischia «di essere risucchiati da un vortice in cui tutte le realtà e tutti i valori sono annullati, esplosi, decomposti?» La risposta che Vincenzo Moretti offre nella seconda edizione del suo Dizionario del pensiero organizzativo (Ediesse, Roma, 2007), appena uscito in libreria, è sorprendente, da almeno due punti di vista. Il primo si riferisce al “mezzo” utilizzato, poiché cerca di offrire una prospettiva inedita, praticando un approccio innovativo, sperimentale, reticolare, per leggere le strutture, i processi, i soggetti della storia. I termini selezionati, a loro volta, sono nodi ai quali si connettono i tanti sentieri del sapere organizzativo, rendendo questo strumento, un ipertesto agile ed esaustivo. Il secondo si riferisce al perno che aggiorna questa seconda edizione, che poggia sullo sviluppo teorico di quattro movimenti e, come in una composizione concertistica, prova ad armonizzare le 113 voci del dizionario. Il primo movimento è quello della razionalità di Weber e Taylor. Il secondo è dedicato ai processi che sviluppano soggettività, imperfezione, anomalia, esaltato negli apporti di Barnard, Crozier, Mayo, March, Merton, Simon, Woodward. Il terzo enfatizza i fattori istituzionali e ambientali, utili nell’analisi delle strutture e dei processi organizzativi, sulla scia tracciata da Williamson, Ouchi, Stinchcombe, Hannan, Freeman, Meyer, Rowan, Powell e DiMaggio. Infine, il quarto, quello che ha tra i suoi protagonisti Schein, Martin, Kunda, Schon, Weick, dove la burocrazia e l’impresa possono essere comprese, ma solo a partire dalle loro culture, anteponendo, nella determinazione dei successi e dei fallimenti, i soggetti alle strutture.
L’idea è che i processi d’apprendimento e di costruzione di senso, la qualità e la quantità dei sistemi di relazione, le reti di conoscenza, rappresentino i tre pilastri che ridanno valore alla condizione umana espressa in termini di cittadinanza. Ma è la dignità del lavoro ad essere affermata con vigore, sia come argine contro gli attacchi alla persona, sia come opportunità di ricercare la strada interpretativa migliore, nell’impegno costante di dare senso all’esistenza. In questo, l’autore svela il suo background di dirigente nazionale della CGIL, motivato ad attualizzare la questione del lavoro, non abbandonando mai l’esigenza di edificare cultura. La sua è una mediazione difficile, costantemente impegnata nella ricerca di un equilibrio teorico, salvando le buone tradizioni di epoca fordista, pur scommettendo sulla conquista di autonomia e responsabilità a cui il lavoratore è chiamato nell’età della lean production. Sono le stesse trasformazioni, intervenute nell’agire organizzativo, a mobilitare l’attenzione attorno ai quattro movimenti. Mentre, sembra quasi che ne sopraggiunga un quinto, capace di ricongiungere, in forma circolare, le derive più anarchiche del pensiero organizzativo alle tensioni assolutizzanti della razionalità weberiana e taylorista.
Il valore della conoscenza, i processi di sensemaking, i sistemi relazionali sono le chiavi prescelte dall’autore, per riconoscere le abilità, curando il sé e, nello stesso istante, conquistando il rispetto dell’altro. L’organizzazione, sotto il peso delle risorse più immateriali, rischia di sbriciolarsi o di rendersi invisibile agli occhi più conservatori, ma Moretti, pur in presenza di una complessità crescente, non rinuncia mai ad orientarsi, osteggiando, con i suoi numerosi spartiti, quanti si arrovellano dietro le resistenze culturali che l’organizzazione oppone al cambiamento. A dispetto della trasformazione, i processi di organizing, mantengono intatta la loro missione fondativa di una società, considerata nella sua interezza. Mentre, l’economia e la politica esprimono ancora organizzazioni capaci di contribuire a ridurre le diseguaglianze, favorendo la formazione e assecondando le attitudini dei singoli.
Moretti comincia un vero e proprio gioco paradigmatico, basato sulla possibilità di passare dalla centralità delle strutture a quella dei processi, dalle organizzazioni alle persone, dall’oggetto al soggetto, rendendo la sua opera un indispensabile kit di riferimento per cimentarsi nella comprensione dell’agire organizzativo. L’autore chiude il volume con un breve scritto che chiama “post-it” (anch’esso prodotto in omaggio alla nuova edizione), dedicato alle caratteristiche, alle funzioni e ai bisogni connettivi tipici della società digitale, per affermare che proprio le interdipendenze rappresentano il grimaldello per scrutare tra i segni del tempo, leggere tra i mille volti del cambiamento, costruendo spazi teorici condivisi, capaci di comunicare grazie ad un coro polifonico tutto da scoprire.

sabato 12 maggio 2007

Falsi con lode

Rassegna Sindacale, 19 gennaio 2007


“Scienze per la pace”, “Scienze del fiore e del verde”, “Scienze equine”, “Tecniche per l’allevamento del cane di razza e educazione cinofila”, “Scienze e tecnologie del fitness e dei prodotti per la salute”, “Scienze del turismo alpino”, “Scienze dell’allevamento, dell’igiene e del benessere del cane e del gatto”, “Filosofia delle forme”: sono questi solo alcuni dei corsi di laurea, nati dopo l’approvazione della Legge 509/99, analizzati nell’ambito della ricerca condotta dal Centro Studi sul Falso sulla situazione dell’Università italiana nell’a.a. 2005/2006 alla quale hanno preso parte, insieme a Salvatore Casillo, direttore del Centro Studi sul Falso e professore ordinario di sociologia industriale all’Università di Salerno, Sabato Aliberti, ricercatore, e Vincenzo Moretti, professore a contratto, presso lo stesso Ateneo.
Il primo dato che emerge è la crescita tumultuosa del sistema universitario determinato dalla cosiddetta riforma.
Come scrive Salvatore Casillo “Nell’anno precedente all’emanazione Decreto - diciamo così - di riforma, le Università e gli Istituti Universitari abilitati al rilascio del titolo di laurea erano 65, le Facoltà 433, i Corsi di Laurea 1240 raccolti nell’ambito di 90 denominazioni.
Nel 2005/2006 le strutture di istruzione abilitate al rilascio di titoli di laurea erano diventate 81, 541 le Facoltà, 1.065 le denominazioni dei 3063 Corsi di Laurea esistenti”.
Lo stesso trend presenta il dato relativo alle strutture: a fronte dei 4 atenei che in media erano presenti per regione prima della riforma, dopo, tra sedi centrali e poli decentrati, la media regionale è balzata a 17 università.
Un’eccezione per la verità c’è e si riferisce al fatto che molte delle Università di nuova istituzione nascono senza avere un numero sufficiente di docenti di ruolo (c’è perfino chi riesce ad operare con nessun docente di ruolo).
Come avviene il miracolo?
Utilizzando a piene mani l’esercito intellettuale di manodopera di riserva, i professori a contratto.
L’altro miracolo è quello delle convenzioni.
“Al 30 aprile del 2006 – spiega Casillo - risultavano 127 convenzioni di agevolazione dei percorsi di studio sottoscritte da 46 Atenei, mentre i soggetti partner delle Università erano 53. 48 di tali convenzioni contemplavano la possibilità di riconoscimento di crediti formativi universitari che raggiungevano e/o oltrepassavano la soglia delle 100 unità”.
A chi giova tutto questo?
Non certo al miglioramento dell'offerta formativa o delle prospettive dei nuovi laureati. Nè alla trasparenza e alla corretta gestione delle risorse pubbliche.
Come afferma Sabato Aliberti, “su questo terreno, nonostante sia stata ridisegnata completamente l’architettura del sistema di valutazione e istituito il Comitato Nazionale per la Valutazione del Sistema Universitario (CNVSU), in sostituzione dell’Osservatorio, i risultati non sono stati quelli auspicati”.
“Il fatto che solo al termine della fase di avvio dell’istituzione sia necessario dimostrare un adeguato numero di docenti, ricercatori e personale tecnico di supporto alle dipendenze dell’Università, nonché dalle relative dotazioni di infrastrutture e servizi – prosegue Aliberti – fa sì che ad essere valutata non è la situazione esistente al momento della verifica quanto piuttosto quella prevedibile nel primo anno successivo al completamento degli anni di corso previsti dall’ordinamento didattico.
Una volta valutata positivamente, ed ottenuta l’autorizzazione a rilasciare titoli di studio legalmente riconosciuti, l’istituenda Università può avviare le attività formative anche in mancanza di docenti e strutture.
Non a caso, esaminando i giudizi tratti dalle relazioni stilate dal CNVSU tra aprile e giugno 2005 emerge che nessuno dei Corsi di Studio istituiti negli Atenei statali risultava privo dei requisiti di «compatibilità fra le esigenze di funzionamento del corso e le caratteristiche e la quantità delle strutture messe a disposizione» per il suo svolgimento, anche se per 38 di essi la scheda specificava che le sedi che li ospitavano erano ammesse con riserva”.
E le Università telematiche?
4 in tutto, nate tutte solo dopo la “riforma”, 19 facoltà, 20 corsi di studio, 2513 studenti, 3 docenti di ruolo (uno dei quali da anni in aspettativa per motivi parlamentari).
Come afferma Moretti, “è significativo che nessuno dei 20 corsi attivi nelle 4 Università considerate sia stato attivato nel rispetto dei requisiti minimi di docenza, dato che i 4 atenei hanno in organico complessivamente 2 professori ordinari, uno dei quali da anni in aspettativa per motivi parlamentari, nessun professore associato e 1 ricercatore; ciò nonostante, essi dichiarano un’utenza sostenibile pari a 7396 studenti; all’Università Telematica Management Audiovisivo TEL.M.A. viene concesso di avviare le attività senza che abbia neppure i requisiti minimi di docenza e la dotazione logistica e le attrezzature tecniche per operare”.
In un paese come l’Italia, dove chi intende fare ricerca è costretto di norma ad emigrare, davvero non si può fare a meno di dare concessioni a chi non ha i requisiti necessari finanziando con risorse pubbliche lo start up di strutture che di fatto non sarebbero in condizioni di operare? O di spendere miliardi per finanziare atenei che attirano clienti garantendo la possibilità di vedersi riconosciuti decine e molto spesso centinaia di crediti?
Rispondere di no è non solo giusto, ma persino troppo facile.
A fronte di una “riforma” che, come scrive Casillo parafrasando Braverman, “ha creato troppe lauree ottuse per il numero di persone ottuse a disposizione”, l’impressione è che occorra una radicale inversione di tendenza, una strategia che miri a sostenere davvero l’istruzione universitaria di qualità anche attraverso scelte coraggiose, come ad esempio il superamento dell’uguale valore legale dei titoli o la definizione di classifiche (raking) della qualità dell’offerta formativa universitaria.
L’auspicio è che la pausa di riflessione decisa dal Ministro Mussi, il sostanziale congelamento della concessione di nuove autorizzazioni, la revisione di quelle già concesse possa essere un primo passo nella giusta direzione.

mercoledì 9 maggio 2007

Guida Operativa For.Te

ESPERIENZE DAI FONDI
La guida operativa For.te
Cinzia Massa
Responsabile processi formativi
ASSOCIAZIONE SMILE

A Settembre 2005, nell’ambito delle attività propedeutiche promosse dal fondo For.te prende vita una iniziativa finalizzata a formare/informare i referenti sindacali che costituiscono la rete di riferimento del Fondo, soggetti a cui è demandato il compito di promuovere interventi di formazione continua coinvolgendo le aziende e gli attori territoriali, al fine di individuare i reali fabbisogni formativi dei lavoratori.
L’ideazione e la progettazione è affidata all’ ATS composta da Associazione Smile, Acpa Service e Cesos , enti di formazione destinatari del finanziamento.
L’idea si è articolata attorno a due azioni, una fase di ricerca-azione, volta allo studio ed all’elaborazione di una guida sulla FC, e una fase di divulgazione ,approfondimento e formazione volta a referenti sindacali interni ed esterni alle aziende.
La guida operativa per lo sviluppo della FC, da intendersi come uno strumento di supporto all’attività svolta dai referenti sindacali, è stata progettata come strumento flessibile ed efficace, trasferibile in altri contesti, capace di fornire il supporto necessario per la diffusione della FC e illustrare i principi di funzionamento del Fondo.
La guida offre gli strumenti di lavoro ai referenti di settore chiarendo la “ filosofia” cui si sono ispirati i Fondi, si prefigge di fissare indirizzi per il corretto utilizzo delle risorse del Fondo, promuovere la qualità della formazione nelle aziende, definire gli standards delle esigenze di formazione dei lavoratori, fornire le basi e le linee direttive che permettono alle aziende ed ai loro partners di offrire una formazione professionale di qualità.
Infatti i temi trattati sono finalizzati ad illustrare l’evoluzione della formazione continua sia attraverso il quadro normativo nazionale ed europeo che lo disciplina e gli strumenti finanziari pubblici che ne alimentano il sistema sia fornendo un quadro delle metodologie per la progettazione e lo sviluppo dei piani di formazione continua, illustrando le fasi di creazione di un piano e definendo il ruolo che la parti sociali devono svolgere nella sua creazione e diffusione.
Una sezione della guida operativa è dedicata all’analisi di scenario del settore trasporto merci e logistica, analizzando i principali elementi che caratterizzano il settore, delineando gli elementi che ne determinano lo sviluppo quelli che lo “frenano”. Dall’analisi dello scenario sono state individuate alcune figure chiave del settore su cui intervenire al fine di consentire un suo più rapido sviluppo.
Il rinnovamento del “capitale umano” coinvolto nella pianificazione, progettazione, costruzione e gestione dei sistemi logistici e di trasporto deve realizzarsi infatti sia tramite l’inserimento di nuovo personale adeguatamente preparato, sia mediante iniziative di sviluppo e aggiornamento del personale già operativo tramite il consolidamento del sistema della formazione continua.
La risoluzione di questo problema richiede la nascita e lo sviluppo di figure professionali attualmente assenti sia nell’ambito degli organismi bilaterali, deputati alla gestione dei fondi, sia nelle imprese, deputate a comprendere sempre meglio come la formazione continua possa essere utilizzata per supportare le dinamiche del cambiamento in atto.
Le aziende dovranno sempre più ricercare, nel “gestore dei fondi”, un consulente in grado di comprendere i reali bisogni dell’organizzazione ed impiantare un efficace piano di formazione.
La seconda fase relativa alla diffusione degli strumenti e delle linee di lavoro individuate è stata svolta attraverso seminari di disseminazione sui contenuti della guida operativa.
I seminari costituiscono uno strumento per la qualificazione diffusa di coloro che ricoprono ruoli di “raccordo” e sviluppo della domanda di formazione
Sono state organizzate 9 giornate seminariali, ciascun ente coinvolto in questa iniziativa ha gestito autonomamente 3 incontri.
L’associazione Smile nello specifico ha organizzato e gestito i tre incontri che si sono svolti a Verona, a Napoli e a Livorno.
Alle giornate seminariali hanno partecipato i referenti di Cgil, Cisl, Uil del settore logistica, spedizioni e trasporti.
L’esperienza di formazione aveva l’obiettivo di costruire la sperimentazione di un sistema integrato di qualificazione in grado di:
• sviluppare una cultura della formazione continua come strumento per garantire, contestualmente, lo sviluppo delle aziende e l’occupabilità dei lavoratori;
• sviluppare la cultura e la tecnica della negoziazione nell’ambito della concertazione dei piani formativi;
• sviluppare una conoscenza di base dei principi della formazione continua e delle metodologie di realizzazione dei piani formativi aziendali, interaziendali e settoriali;
• diffondere i risultati delle azioni svolte
L’approccio che si è voluto attivare è quello basato sul principio dell’empowerment, ossia la stimolazione delle capacità socio-culturali e quelle economico-imprenditoriali al fine di produrre e rafforzare conoscenze e competenze per promuovere interventi di Formazione Continua, fornire strumenti per lo sviluppo delle azioni locali e la gestione dei rapporti con il territorio, presso le aziende del comparto spedizioni logistica e trasporti.
Cosa è emerso da quest’esperienza? Possiamo affermare che esiste un forte limite legato al grado di informazione circa le opportunità e le iniziative di finanziamento di attività formative, inoltre risulta limitata la partecipazione e il coinvolgimento dei referenti sindacali nella definizione del piano formativo.
Si evince poi che il dipendente spesso non comprende l’importanza della formazione, la vive passivamente e quindi con esiti incerti e dall’altro lato non sempre l’azienda considera il valore aggiunto dell’aggiornamento professionale dei dipendenti come fattore che concorre allo stato di salute dell’impresa, tanto che spesso la spesa necessaria per la formazione viene percepita come mero costo e non come investimento. Occorre invece educare a considerare la FC come crescita dell’individuo al fine di sostituire mestiere con competenza, promuovere il capitale umano sul mercato del lavoro, considerandolo come risorsa strategica da valorizzare per ricostruire quella certezza del lavoro che altrimenti sembrerebbe tramontata.
Emerge che la cultura della bilateralità non è ancora del tutto diffusa, sarebbe quindi auspicabile una maggiore sinergia tra gli attori coinvolti nel processo di definizione di un piano formativo.
L’affermarsi della cultura della bilateralità sul tema della formazione può avvenire solo se le Parti Sociali comprendono l’importanza del ruolo dei referenti sindacali nella definizione della formazione continua: a partire dalla concertazione e dalla programmazione dell’offerta formativa fino alla gestione delle risorse o alla rilevazione dei fabbisogni professionali o all’attività di supporto alla formulazione del piano formativo.

IL RUOLO DEGLI ENTI DI FORMAZIONE NEL PIANO FORMATIVO

Parallelamente al ruolo svolto dai referenti sindacali risulta fondamentale il coinvolgimento enti di formazione nel processo formativo, in quanto questi sono in grado di fornire indirizzi programmatici per favorire la concertazione, per coinvolgere energie esterne al fine di disporre di strumenti in grado di supportare meglio i processi decisori, mediante un sistema di progettazione partecipata che vede il coinvolgimento attivo sia dell’azienda sia del lavoratore ma anche del territorio.
Quindi all’ente di formazione non è più demandata la mera trasmissione di conoscenze, attraverso l’erogazione della formazione nel contatto d’aula, ma anzi, ad esso viene richiesta la gestione di tutto il processo formativo.
Ma cos’è un piano formativo?
E’ un programma organico di azioni formative concordato dalle Parti Sociali e rispondente a esigenze aziendali, settoriali, territoriali.
Il Piano formativo è considerato come un processo complesso di progettazione che viene sviluppato in fasi:
l’accordo; l’analisi del fabbisogno; l’identificazione dei percorsi formativi; l’erogazione della formazione; il monitoraggio e la valutazione delle competenze, la ricaduta.
Il Piano, a livello teorico può contribuire a facilitare un “clima” favorevole all’apprendimento, in quanto prevede il coinvolgimento di tutti gli attori che sono coinvolti in un contesto organizzativo (azienda, lavoratori, parti sociali), e tende a mobilitare le conoscenze, a incentivare, ad esplicitare i saperi taciti.
Questo avviene se si pensa ad un Piano come un programma:
- co-costruito (come processo negoziale che coinvolge una pluralità di attori presenti nell’organizzazione e/o nel territorio);
- che superi la logica del puro catalogo formativo, ma che si configuri come un sistema concreto che possa contribuire alla realizzazione delle condizioni di apprendimento organizzativo e individuale, attraverso:
- un’attento sviluppo delle fasi di diagnosi del fabbisogno formativo e di valutazione e certificazione delle competenze;
- la costruzione di sequenze formative che siano incentrate sul concetto di apprendimento come processo formativo in cui si intrecciano dimensioni formali, non formali e informali.
- l’utilizzo di metodologie formative innovative, inerenti il workplace learning, come ad esempio: schemi di apprendimento attraverso la riflessione sui processi / progetti lavorativi, modelli di esplicitazione / formalizzazione dei saperi taciti, attraverso la verbalizzazione delle attività e delle competenze (Lernshop e comunità di scambio tra pari), attivazione di supporti e-learning al servizio delle comunità di pratica, azioni di mentoring / coaching, etc.
- il riconoscimento delle competenze acquisite derivanti dall’apprendimento formale, non formale e informale.
Il gruppo di progettazione deve lavorare fianco a fianco con i soggetti locali, i rappresentanti delle istituzioni territoriali, i lavoratori, i sindacalisti e gli imprenditori, in termini di elaborazione, di integrazione di competenze, di interessi, ed anche in termini attuativo/gestionali.
A questo punto è chiaro che si sta parlando di ben altro che di una costruzione ideologica e che va ri-pensato il ruolo strategico degli enti di formazione nella formazione continua, come occasione politica per partecipare alla costruzione di una nuova rete di diritti disponibili.
In questo quadro, la sfida per gli enti che, come SMILE, hanno una esperienza consolidata nella FC, è quella di mantenere la rotta su un’offerta formativa autentica e di qualità, di fare causa comune con altri soggetti,integrando competenze e risorse, di mantenere un approccio di armonizzazione con altri processi e prodotti su tutta la filiera dell’intervento formativo, di stare insomma dentro il sistema plurimo e differenziato della formazione.
La capacità di fare sistema è la sfida vera che oggi gli enti e le agenzie per
la formazione continua debbono cogliere.

sabato 5 maggio 2007

Sensemaking

Per Weick il sensemaking è un processo:

Fondato sulla costruzione dell’identità. Il sensemaking è un processo soggettivo. In ogni situazione il soggetto tende a riconoscersi in relazione a ciò che vive, ai processi di interazione che stabilisce . Una stessa persona assume caratteri diversi in circostanze differenti (ad esempio l’ identità assunta sul posto di lavoro può differire da quella assunta nelle relazioni familiari) e questo influenza il modo in cui egli percepisce ed interpreta il mondo, le cose e gli eventi relativamente alla situazione e rispetto alla propria concezione del sè. L’individuo ha bisogno di avere il suo senso di identità fuori e dentro l’organizzazione , deve però poterlo mantenere, ad ogni cambiamento invece corrisponde un ri-definizione del sè e quindi un disagio.

Retrospettivo. Si può comprendere solo ciò che è già avvenuto. Una persona può sapere quello che fa solo dopo che è stato fatto e può osservare realmente solo ciò che esiste, la retrospezione è dunque un elemento distintivo. L’esperienza quindi aiuta a creare significato al presente. Ma se le esperienze passate sono diverse si genera confusione perchè i significati sono molteplici e quindi difficilmente controllabili. Le persone invece hanno bisogno di attribuire senso, di capire cosa è successo, comprendere le scelte, creare ordine e chiarezza attivando comportamenti coerenti.

Istitutivo di ambienti sensati. Gli individui costruiscono ambienti adeguati alle loro aspettative e si integrano ad essi. Le azioni che le persone compiono sono connesse alle interpretazioni che esse hanno della realtà, in tal modo creano il proprio ambiente attribuendovi significati diversi di volta in volta. L’enactment, Weick definisce in questo modo tale processo, non è altro che una focalizzazione di esperienze, mediata dagli schemi mentali dell’individuo.
In realtà le persone sono solite confermare i propri schemi anzichè cercare attivamente di smentirli. Anche se sono disponibili a costruire un nuovo schema, ogni volta che si trovano di fronte a situazioni ambigue difficilmente interpretabili devono necessariamente ricorrere a qualcosa con cui iniziare. Una prospettiva del genere implica una serie di autolimitazioni che derivano dagli schemi mentali personali.

Sociale. L’interazione è un aspetto fondamentale in questo processo in quanto contribuisce alla produzione collettiva del senso e della realtà. In un ambiente dove non si crea interazione, dove l’incertezza è dominante, è difficile creare senso.

Continuo. Si tratta di un processo che non ha né un inizio chiaro né una fine definita ma è un insieme di flussi continui, sorprese ed emozioni. Le emozioni sono sentimenti soggettivi e possono essere considerate positive quando si verifica qualcosa di inatteso che risulta essere piacevole o quando non si verifica qualcosa di spiacevole che era atteso e sono negative in situazioni opposte. Le emozioni incidono sui flussi interrompendoli provocando ciò che Weick chiama arousal, esso assorbe attenzione, riduce le informazioni che possono essere utilizzate ed il sensemaking diventa più difficile. Emozioni negative portano un aumento dell’ arousal creando un ciclo negativo che porta l’ individuo a focalizzare l’ attenzione sugli aspetti che ritiene importanti tralasciando gli altri con effetti negativi soprattutto se le informazioni che sono trascurate sono rilevanti.

Centrato su informazioni selezionate. La selezione è il processo organizzativo che, analizzati i dati ambientali ( enactment) considerate le interpretazioni che hanno funzionato in passato costituisce le linee guida per il processo decisionale tramite cicli concatenati. Il che significa che gli individui assemblano una serie di informazioni e fanno proprie quelle che hanno già funzionato in altre occasioni.

Guidato dalla plausibilità più che dall’accuratezza. Coerenza e ragionevolezza possono incoraggiare l’ azione mentre l’ accuratezza non è necessaria e forse nemmeno possibile da raggiungere a causa dei limiti cognitivi degli individui. Gli individui hanno bisogno di attribuire una spiegazione plausibile alla scelta presa, come evidenziato da Weick le credenze, le ideologie influenzano sia il modo in cui gli eventi si realizzano e sia il modo in cui questi vengono visti in quanto per il sensemaking “ credere è vedere ”. In altre parole il sensemaking investe quelli che sono i resoconti socialmente accettabili e credibili. A questo punto, però, è necessario comprendere le ragioni che portano gli individui a dare senso agli eventi. Per chiarire quanto detto è utile introdurre il concetto di ‘profezia che si autorealizza’ perché con questo termine Weick si riferisce ai comportamenti umani attraverso cui le persone tendono a creare, vedere e trovare ciò che si aspettano di trovare. Il termine ‘profezia che si autorealizza’ indica le situazioni in cui un individuo, agendo in modo coerente rispetto alle sue aspettative ed ai significati che attribuisce, crea, volontariamente o inconsciamente, esattamente ciò che si aspettava.

Comunicare vuol dire

Ciao a tutte/i.
Di seguito trovate un pò di citazioni per varie ragioni e da diversi versanti riconducibili al tema comunicazione.
Si può interagire non solo inviando citazioni ma anche commentando quelle pubblicate.
Buona comunicazione a tutti.


JORGE LUIS BORGES
Andrew Lang diceva che siamo tutti geniali fino ai sette otto anni. Cioé, che tutti i bambini sono geniali. Ma da quando il bambino cerca di somigliare agli altri, va in cerca della mediocrità, e nella maggior parte dei casi ci riesce.

SALVATORE VECA
Mettendo in evidenza i tratti generali del nostro linguaggio, noi mettiamo in evidenza i tratti generali della realtà, per noi. [...]
Senza un ampio grado di reciprocità, noi non potremmo non solo essere in accordo con altri; non potremmo neppure essere in disaccordo con essi.

TEMPIO DI APOLLO (DELFI)
Conosci te stesso.

JORGE LUIS BORGES
Quando mi trovo in pubblico, sento lo stesso timore della prima volta, tanti anni fa.Sono un veterano del panico.

ALFRED NORTH WHITEHEAD
Il pensiero è una straordinaria modalità di eccitamento.

THOMAS STEARN ELIOT
I vecchi dovrebbero essere esploratori

MIGUEL DE UNAMUNO
Il nostro sforzo maggiore dovrà consistere nel renderci insostituibili.

EMMANUEL LEVINAS
L'altro diventa il mio prossimo precisamente attraverso il modo in cui la sua faccia mi chiama.

ANNA MAGNANI
Non mi togliere nemmeno una ruga. Le ho pagate tutte care.

JORGE LUIS BORGES
Si può comunicare solo ciò che è condiviso dall'altro. Le parole presuppongono esperienze condivise. []
E' come un sapore o un colore; se l'altro non ha visto quel colore o non ha percepito quel sapore lle definizioni sono inutili.

RICHARD SENNETT
Un racconto non è solo un semplice susseguirsi di eventi, ma dà forma al trascorrere del tempo, indica cause, segnala conseguenze possibili.

LUDWIG WITTGNSTEIN
Si potrebbe fissare il prezzo dei pensieri. Alcuni costano molto, altri poco. E con cosa si pagano i pensieri? Io credo così: con il coraggio.

JOHN DONNE
Nessun uomo è un'isola.

DAVID HUME
Una solitudine totale è forse il peggior castigo che ci si possa infliggere.
Qualsiasi piacere languisce se non è gustato in compagnia, e qualsiasi dolore diventa più crudele e intollerabile. [...]
Se anche tutte le forze e gli elementi della natura pattuissero di servire un solo uomo e di obbedirgli; se anche il sole sorgesse e tramontasse al suo comando; se anche il mare e i fiumi scorressero a suo piacimento, e la terra producesse spontaneamente tutto quanto gli fosse utile o gradito, egli sarebbe pur sempre un infelice finché non gli si desse almeno un’altra persona con cui poter condividere la propria felicità e di cui godere la stima e l’amicizia.

JEAN LUC NANCY
Il senso è comune, comunicante, comunicato, in comune per definizione.
Supponendo che la mia esistenza abbia un senso, esso è ciò che la fa comunicare e ciò che la comunica a qualcos'altro che non sono io.
Il senso costituisce il mio rapporto a me in quanto in rapporto ad altro.
Un essere senza altro non avrebbe senso.

giovedì 3 maggio 2007

CV

FORMAZIONE
Laurea in Scienze Politiche, indirizzo politico sociale, conseguita il 28/06/1990 , presso l' Università Federico II di Napoli, tesi sperimentale in Geografia Politica ed Economica , votazione 108/110 . Relatore Prof .Tullio D’aponte
Titolo della Tesi: Bagnoli: analisi di cartografia tematica su alcuni caratteri della struttura socio-economica a livello di microaree urbane.
Relazione e dissertazione, in sede di esami di laurea, sul disegno di legge relativo alle “ Norme dirette a garantire il funzionamento dei servizi pubblici essenziali nell’ambito della tutela del diritto di sciopero e istituzione della commissione per le relazioni sindacali.”
Durante il corso di laurea ritiene utile approfondire le tematiche relative agli orientamenti del diritto del lavoro, partecipando ai seminari:
Categorie e qualifiche
Legge quadro sul pubblico impiego del 29/03/1983 n°93

Maturità Classica presso il Liceo Umberto I di Napoli

Corsi di Specializzazione e seminari :
05/05/2002 al 30/10/2002 Progetto FaDol fruizione e attestato in “ Progettazione di interventi formativi”
27/01/2002 Roma Progetto FaDol corso di specializzazione in “ Progettare interventi con la FAD”
20/09/2001 al 23/09/2001 Rimini Progetto FaDol corso di formazione in: “ Gestione Aule Vituali e cooperative learning”
27/06/2000 al 29/06/2000 ROMA Progetto FaDol (Formazione a distanza on line ) Seminario su “ Attività di coordinamneto e di gestione risorse umane”
28/09/1998 al 30/09/1998 Corso di aggiornamento e perfezionamento sui temi “ Valutaziono e monitoraggio dell’attività formativa “ organizzato da Fosvi
27/01/1996 al 30/01/1996 Perugia “Formazione formatori “ organizzato da ISF
11/1/01996 -12/01/1996 Seminario su: “Concetto di marketing e sua estensione all’ente pubblico.”
10/06/1994 Facoltà di ingegneria Salerno ,Seminario sui“Sistemi di qualificazione negli enti pubblici” Lg 109 del 1994
Dal 31/01/1994 al 16/03/1994 Corso in : Gestione ed organizzazione aziendale presso l' IDIMER - Napoli.
Dal 2/03/1991 al 8/11/1991 Master HTE di idoneità alla funzione operativa di Business Manager presso la Petrini & Associati – Roma- con sviluppo dei seguenti argomenti : Marketing e Pubblicità, MBO, Budgeting e Controllo, Comunicazione e Public speaking, Immagine e PR Aziendale, sviluppo e gestione risorse, controllo qualità.

Conoscenze linguistiche
Inglese: Attestato di livello intermedio conseguito presso University of La Verne” , NATO , Napoli
Francese: Buona conoscenza

Conoscenze Informatiche
Utilizzo dei più comuni pacchetti di office automation in ambiente Windows, Internet.

LAVORO
Dal 01/01/04 è la Responsabile nazionale area scuola , Lead Project e Responsabile Nazionale Gestione Sistema Qualità per l’ Associazione SMILE
Aprile 2006 è docente di Comunicazione Pubblica nel Master di I livello - MASS – Sociologia Sanitaria del Dipartimento di Sociologia dell’Università di Salerno.
Dal 01/07/00 al 30/05/04 Coordinatrice regionale per il progetto FaDol (formazione a distanza on line, per la formazione degli operatori della formazione regionale e degli enti privati) promosso dal Ministero del Lavoro e dall’Isfol. Cura la gestione delle risorse umane e l’organizzazione della sede,pianifica e promuove le attività sul territorio in sinergia con la Regione Campania e con le sedi nazionali.
Dal 01/09/2002 al 30/04/2003 Coordinatrice nel corso IFTS “ Disegno e progettazione aeronautica” promosso dall’ERFAP
Dal 11/12/2002 al 18/12/2002 Docente di Orientamento nel corso per l’Obbligo Formativo promosso dal Centro Studi obiettivo Napoli
Dal 23/05/2002 al 30/05/2002 Docente di Orientamento nel corso IFTS per “ Animatore sociale “ promosso da Smile Campania
Dal 15/09/2001 al 25/092001 Docente di “ Apprendimento collaborativo in rete e open learning “ nel corso IFTS per “ Operatori di FAD “ promosso da PRIMER
Dal 01/02/00 al 30/06/00 Coordinatrice dell’attività di start up per la Lg. 608
Dal 23/03/00 al 5/04/00 Partecipa in qualità di docente al corso di formazione per “ l’Acquisizione di competenze per la qualificazione dei servizi per l’impiego “ presso la sede di Lauria per conto della società “ Progetto Pilota “, è oggetto della docenza: “Ricerca e progettazione integrata”.
Dal 4 Maggio 1999 al 19 Maggio 2000 E’ Tutor-coordinatrice dell’attività formativa finalizzata al Conferimento della qualifica dirigenziale ai Capi d’istituto , promossa dal Ministero della Pubblica Istruzione , gestito dall’ATI SMILE - CIDI - ARPA
Da Giugno 1999 a Febbraio 2000 Effettua Consulenze presso il Comune di Villaliterno , ne promuove e sviluppa il progetto dell’ ufficio URP e della Carta dei servizi.
Novembre 1999 E’ nel nucleo di progettazione e coordinamento degli IFTS ( progetti d’istruzione e formazione integrata superiore) della società Pri.me.r
Giugno- Settembre 1999 Progetta percorsi formativi nell’ambito del programma PASS presso l’ASMEZ di Napoli
Aprile 1999 Collabora alla progettazione del POM “ Sviluppo locale – Patti territoriali per l’occupazione” – sottoprogramma n°6 : PTO “ Area Nord Est della Provincia di Napoli “ , relativo alla “ Formazione finalizzata alla creazione d’impresa ”, con la società PRIMER
Marzo 1999 Progetta attività per la Lg. 285/97, per commissione dei Comuni dell’ interland di Caserta
Maggio 1998- Febbraio1999 E’ responsabile di progetto nell’ambito del corso di formazione per “Operatori di comunità:assistente domiciliare per disabili ed anziani ”, promosso da SMILE ( Agenzia per la formazione della CGIL),per il progetto Emergenza Occupazione Sud P.O.940026I/1,cura lo sviluppo dei moduli didattici apportando ampliamenti e modifiche più consone all’obiettivo, ha il compito di individuare le aziende disposte ad offrire ospitalità e collaborazione per la realizzazione degli stage , si occupa di contattare i docenti e ne effettua una successiva selezione . E’Tutor del corso .
Coordina le attività di Stage presso le strutture :
Centro di Riabilitazione Bacolese, semiconvitto per disabili psico- fisici ,
Dipartimento di salute mentale “Comunità Iside“ ASL n°2
Espleta attività di monitoraggio e valutazione del processo formativo concernente il corso per “ Tecnico addetto alla rilevazione dell’inquinamento “ A8 /1 Emergenza Occupazionale Sud
Settembre 1998 Partecipa alla progettazione delle Unità formative per i Corsi di aggiornamento , previsti dal Ministero della P.I , per i Presidi e i direttori didattici.
Giugno 1998 Progetta” l’Ufficio front office" per conto della CGIL di Napoli
Luglio 1997- Aprile 1998 Collabora alla programmazione didattica ed alla selezione dei docenti relativa al corso per “Consulente Urbano per lo sviluppo” (City Manager),promosso da SMILE , rivolto a 20 laureati in discipline economiche e tecnico-scientifiche. Cura la selezione dei partecipanti. E’ Tutor del corso dal 28/10/97 al 15/04/98.
Maggio 1997-Dicembre 1997 E’ presidente della coop. Co.ge.sea.,per la quale esegue la progettazione di corsi di formazione P.O.P. e P.O.M
Gennaio 1997-Giugno 1997 Conduce, in qualità di Tutor, l’attività formativa rivolta a lavoratori in mobilità, relativa al progetto “Assoform Mobiltà 2”, per conto di SMILE. Ne cura la progettazione del percorso didattico-formativo , conduce il modulo d’orientamento di 150 ore, coordina e segue le attività didattiche selezionando le materie utili alle esigenze dell’aula.
Giugno 1995 Dicembre1996 Consulente assicurativo presso l’agenzia Coviello, con gestione delle attività di sviluppo e marketing, si occupa, inoltre della selezione e formazione dei produttori Ramo Vita.
Dal 4/6/1994 al 27/1/1995 Docente di Economia in corsi di formazione promossi dalla Regione Campania, a favore dei lavoratori in cassa integrazione e in mobilità.
Dal 4/10/1991 al 5/2/1992 Coordinatrice censimento ISTAT.

Progettazione d’impresa
Da Settembre 1999 a Maggio 2002 si occupa di elaborare business plan per PRI.ME.R per la costituzione di società e/o cooperative nell’ambito di progetti rivolti agli LSU e agli Enti locali.
L’attività presumeva diverse e articolate fasi : dallo studio di fattibilità delle possibili opportunità territoriali ( questa fase implica la ricerca del bisogno territoriale e del mercato ) , alla previsione economico finanziaria .
I business plan ad oggi elaborati riguardano progetti d’impresa lo studio di fattibilità per la gestione dei seguenti servizi :
Raccolta differenziata
Manutenzione degli edifici pubblici
Manutenzione ordinaria strade urbane
Manutenzione di illuminazione pubblica e semaforica
Manutenzione verde pubblico
Parcheggi
Mensa scolastica
Servizio agli anziani
Controllo di gestione

Da Febbraio 2000 a Giugno 2002 svolge la funzione di coordinatrice di sede per conto della IG scuola SMILE

PRINCIPALI PUBBLICAZIONI
Gennaio 2007 pubblica un articolo sulla rivista Rassegna Sindacale dal titolo “ Falsi con lode”
Ottobre 2007 è autrice di un saggio dal titolo “ La guida operativa di For.Te per il comparto logistica e trasporti” pubblicato nel volume a cura di Roberto Pettenello – La formazione dei lavoratori, il sindacato e la contrattazione, Ediesse
Febbraio 2006 pubblica un articolo sulla rivista “ Trasporti” della Filt CGIL Nazionale dal titolo “8 marzo 2006 Nasce il nuovo portale web della FILT CGIL”
Gennaio 2006 Pubblica con Vincenzo Moretti un articolo – intervista su Tecnology Review dal titolo “ Per Genio e per caso”
Novembre 1995-Marzo 1996 Collabora per il mensile " L'Altra Voce " in qualità di giornalista. Pubblica n° 6 articoli.

ALTRE ATTIVITA'
E’ stata commissario nella Commissione all’ Assistenza del Comune di Bacoli; e ancora cerca di attivare iniziative idonee all’inserimento sociale, tenendo conto dei bisogni di particolari utenze.
Propone e progetta Il Centro di Aggregazione ludico – culturale per bambini e giovani, presso il Comune di Bacoli.
Ha svolto ricerche presso i servizi socio -scolastici del comune di Bacoli.

PASSIONI
Musica, Libri, Mare.
Attratta da sempre dal palcoscenico, partecipa diverse volte a manifestazioni teatrali nella cittadina in cui risiede.